martedì 26 gennaio 2016

L'Arco con la damnatio memoriae

L'Arco degli Argentari si trova a fianco del portico di San Giorgio al Velabro e, nonostante il nome, si tratta di una struttura con architrave che fungeva da uno degli ingressi per il Foro Boario. Fu donato dagli argentari romani alla famiglia imperiale di Settimio Severo, nei primi anni del III d.C. Chi erano gli argentari? Anche se non li si possono completamente assimilare a loro, li possiamo definire banchieri, o comunque persone ricche che facevano del commercio e dell'edilizia il loro punto di forza. 


La cosa che colpisce di più, a parte la splendida decorazione a rilievi che copre interamente la superficie, è una figura completamente abrasa, che si trova accanto a personalità imperiali come Caracalla o Settimio Severo. Sicuramente la suddetta figura rappresentava Geta, il fratello ed erede al trono di Settimio Severo che Caracalla fece uccidere, accusandolo di tradimento. In pochi credono a questa accusa, ieri come oggi, ma sta di fatto che qui siamo di fronte ad un esempio visivo di "damnatio memoriae", la cancellazione totale della memoria di un personaggio pubblico attraverso la distruzione di tutto ciò che lo poteva rappresentare, raffigurare e mostrare (dalle statue ai rilievi). #Roma#Rome #ArcoArgentari #Velabro

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