Recatevi alla Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, un luogo di culto cristiano molto antico e risalente, in forme basilicali, al IX secolo. Nel corso del tempo fu restaurata più volte ed abbellita, soprattutto nel Duecento con il fantastico ciborio di Arnolfo di Cambio o il maestoso "Giudizio Universale" di Cavallini, difficile da vedere perché si trova nella controfacciata della basilica, arretrata e coperta da altri interventi di restauro. Ma a parte tutto ciò, di cui certamente scriverò, vorrei soffermarmi sulla bellissima statua di Santa Cecilia, opera di fine Cinquecento di Stefano Maderno. Il prezioso scrigno che contiene la bellissima, delicata e brillante statua non vale nulla dinanzi all'importanza fondamentale dell'opera.
Secondo la leggenda, infatti, Santa Cecilia, il cui martirio fu tra i più crudeli mai avuti (prima dovette stare tre giorni all'interno di un calidarium adiacente alla chiesa, preda di vapori bollenti che non l'hanno uccisa, poi fu decapitata, ma dopo addirittura tre tentativi in cui la testa non voleva proprio saperne di scollarsi). Ciò che rende miracolosa la sua vita fu il fatto che il corpo la Santa, sepolta nelle cripte di San Sebastiano, fu ritrovato completamente intatto secoli dopo, quando il Papa Pasquale I nel IX secolo trovò il cadavere che sembrava morto un minuto prima. Per questo lo traslò in una nuova basilica, costruita appositamente. Lo stesso, identico, miracolo avvenne alla fine del '500 durante i lavori di restauro. Anche in questo caso il corpo di Cecilia fu trovato intatto. Per questo la fantastica statua, che rappresenta il momento del ritrovamento e la posa del corpo, il quale raffigura il martirio in tutta la sua crudeltà, ma anche nella pace e nella quiete che sopraggiunge dopo la Morte, quando si entra nella Grazia di Dio (questa è la motivazione per cui molte reliquie furono rese pubbliche e visibili nel corso della ControRiforma)#Rome #Roma #SantaCecilia
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