Se passate per Via Giulia, la prima "via recta" di Roma, progettata per volere di Papa Giulio II, non potrete non notare questo arco, dall'aspetto anonimo, ma in realtà importante per capire come si presentava la Roma di fine '500 ed inizio '600.
Piccola premessa su Via Giulia, che parte all'altezza di Ponte Sisto per terminare nella Basilica di San Giovanni dei Fiorentini. Una via che faceva parte di un grandioso progetto urbanistico del pontefice Giulio II Della Rovere, che nel solco dei papi precedenti, voleva dare a Roma un aspetto meno medievale e più moderno per l'epoca. Il progetto papale, sebbene in parte portato a termine, non fu mai completato. Ma Via Giulia è un esempio perfetto di come si voleva ridurre a Roma i problemi relativi al sovraffollamento ed alle malattie, certamente favorite da quel caos di viuzze strette e tortuose, mai lastricate e molto pericolose che formavano il centro della Roma cinquecentesca. Giulio II, infatti, voleva realizzò anche un'altra "via recta", esattamente dall'altra parte del Tevere. Quell'altra strada, che portò un nuovo ordine cittadino ed urbanistico, è Via della Lungara.
Ma torniamo al nostro ponte. Perché è importante? Via Giulia passa immediatamente dietro Palazzo Farnese, il prototipo e modelli del palazzo rinascimentale romano, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane (che ha griffato tantissime opere delle Roma dell'epoca) e completato da architetti del calibro di Giacomo della Porta, Vignola e, soprattutto, il grande Michelangelo. Ma i Farnese, essendo una delle famiglie più potenti della Roma del '500, in particolar modo grazie all'elezione al soglio di Pietro di un suo membro, Alessandro, con il nome di Paolo III, si arricchì tantissimo. Come da costume, mai superato probabilmente, questo nuovo status doveva essere festeggiato, in qualche modo. E quale scelta migliore se non costruire un bel palazzo gentilizio, capace di far impallidire per rigore costruttivo e ricchezza decorativa tutti gli altri? Così fu, ma i Farnese, come tanti altri, non si fermarono lì. Perché erigere un palazzo solo, se ne possiamo erigere uno per gli ospiti, uno per la servitù, e magari qualche altro edificio per ospitare le stalle ed altre stanze di servizio? Fu così che dietro l'attuale Palazzo Farnese fu realizzato una sorta di Palazzetto, affrescato da artisti famosi ed esperti come il Salviati, ad esempio, che serviva per dare riparo ai facoltosi ospiti che, di tanto in tanto, venivano a far visita alla nobile famiglia. Come avrete capito, il ponte serviva come collegamento tra i due palazzi. Questa moda di costruire qualcosa che sembrava più un vero e proprio quartiere di famiglia che un singolo edificio rappresentativo, fece scalpore (e non era neanche una vera novità nella Roma dei clan baronali che nel Medioevo resero insicura Roma arroccandosi nei loro palazzi-fortezza) e fu preso a modello da altri.
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