giovedì 24 dicembre 2015

La Colonna Traiana: cronaca di una guerra

La colonna marmorea che svetta nel cielo di Roma, laddove una volta sorgeva il monumentale e ricchissimo complesso del Foro di Traiano, un imperatore che con le sue gesta nei campi di battaglia si guadagnò il titolo di "optimus princeps". Un grandioso generale e politico, capace di decidere riforme sociali senza precedenti nella storia di Roma, che decise di immortalare la sua persona e le sue grandi conquiste con un monumento più unico che raro: una colonna marmorea il cui fusto è completamente circondato da rilievi che salgono, a spirale, per tutta la sua superficie. Rilievi che, una volta, dovevano essere policromi...
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Colonna Traiana
Alta 40 metri, la colonna racconta, nel vero senso della parola, la guerra contro il fiero popolo dei Daci (pressapoco abitanti dell'attuale territorio occupato dalla Romania), che da anni ormai dava molti problemi a Roma, spingendo lungo i confini. Traiano già una volta era uscito vittorioso dallo scontro con i Daci, ma non in maniera definitiva. Così, riordinato l'esercito e sempre in prima fila, l'abile condottiero, nonché già imperatore della "Caput Mundi", tornò sul terreno di battaglia, riuscendo infine a vincere la guerra e ad imprigionare il grande Decebalo, conosciuto ormai come ultimo re della Dacia.
I rilievi raccontano tutte le fasi della guerra, fasi che per i Romani erano molto ritualizzati, così da portare nei loro animi un senso di stabilità e conoscenza. E così, troviamo lungo il fusto della colonna scene di sacrifici, di cortei propiziatori, dell'adlocutio (quando il generale arringa il suo esercito), di assedi e tecniche di guerra, di strategie e battaglie, di sangue, feriti e morti. E poi vediamo il grande trionfo finale, condito dall'imprigionamento di Decebalo. Tutto realizzato con estrema finezza esecutoria, con una grande ricerca del dettaglio e del realismo. La figura del Barbaro poi, è spesso vista nell'atto penitente o impaurito, come si confaceva ad ogni nemico di Roma. Un modo per comunicare al mondo intero che non c'erano rivali per il grande Impero, e che tutti coloro che si fossero messi sulla sua strada facevano una brutta fine. 
Piccola curiosità finale. E' certo che il progettista ed il supervisore di tutto il progetto fu Apollodoro di Damasco, che Traiano ebbe modo di conoscere durante una sua campagna militare in oriente. Da anni, ormai, il geniale architetto, capace di coniugare lo stile orientale con quello latino, collaborava con l'optimus princeps. Ma a lui si affiancarono tante maestranze, ognuna specifica e peculiare. Così lavoravano fianco a fianco il maestro dei piedi con quello delle mani, il maestro dei soldati con quello dei barbari, oltre al maestro dell'imperatore, incaricato di raffigurare il sovrano dove era necessario. Un bel lavoro in team che Traiano stesso volle celebrare, oltre che per altre motivazioni, imponendo nel suo testamento l'inserimento delle sue ceneri (e quelle della moglie), nel basamento della colonna. Oltre che strumento di propaganda, dunque, anche tomba...

Nessun commento:

Posta un commento